28 marzo 2012

Stramaccioni raccontato da chi lo conosce bene


Fonte: Corriere dello Sport e FcInterNews.it

Andrea Stramaccioni raccontato da tre amici che lo conoscono bene, da Carlo Di Clemente, presidente dell’Az Roma (colui che ha lo ha scoperto), di Vito Vilella, presidente della Romulea che lo ha lanciato e infine Umberto Importa, un suo ex calciatore.
DI CLEMENTE – “Nel 1999 era un ragazzino e venne ad allenare da noi. I tecnici che avevo avuto in precedenza me ne parlavano benissimo. Capii che aveva una competenza e una cultura particolare. Gli diedi gli esordienti prima e gli allievi provinciali poi, in pratica dirigeva la parte sportiva della società. Gli dissi subito che avrebbe avuto un futuro. Siamo ancora amici.”
VILELLA -  “E’ un predestinato. Quando ha vinto a Londra, gli ho scritto dicendogli che lo volevo vedere in prima squadra. Noi della Romulela lo prendemmo dall’Az, società con la quale avevamo un ottimo rapporto. Ci fece vincere il titolo regionale. E’ un nostro figlio. Mio padre lo aveva come calciatore, io come tecnico. E’ una persona tenace e umile”.
IMPORTA -  “E’ sempre stato uno che ha messo il rapporto con i ragazzi davanti a tutto. Il tecnico che tutti i giovani vorrebbero avere, sapeva darti la carica. Lavagnette con le tattiche e articoli di giornale sulle pareti erano cose da professionisti. Una persona molto meticolosa. Gli ho fatto un augurio per sms: un augurio grande come il mondo, firmato number twelve Umberto Improta. Io ero il suo dodicesimo portafortuna. Fuori dal campo lo facevamo giocare alla play station e ci batteva sempre”.


Fabio L



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